Sì, di anoressia e bulimia si muore e gli oltre 3mila decessi all’anno tra i giovani in Italia lo dimostrano. Ad amplificare la trappola mortale dei disturbi alimentari, però, sono siti web, blog, chat whatsApp e gruppi sui social media “Pro Ana” e “Pro Mia” nei quali circolano informazioni che, invece di portare alla guarigione, inneggiano la malattia. La situazione è nota da molto tempo ma finalmente ora la questione è approdata anche in Senato grazie a un disegno di legge.